lunedì, ottobre 29, 2007

Marcetta dell'Inconscio


Riguardare il favoloso mondo di Amelie da soli un sabato pomeriggio dopo sei anni e piangere. Ricordarsi di quando i lamponi erano della misura delle mie dita sporche di terra. Sfogliare un libro pieno di parole, segni rossi e foto in bianco nero e trovare un gatto che salta. Appoggiare la testa ad occhi chiusi, sentire lo sguardo di un'altra persona addosso e sorridere. Staccare un pomodoro caldo d'estate dalla pianta e pucciarlo nel sale. Strofinare i piedi contro il lenzuolo senza rendermene conto prima di addormentarmi. Guidare di notte nella nebbia e perdere ogni riferimento al tempo e alla distanze. Illudersi per un attimo che è quasi Natale e rimanerci male. Contare le gocce di sudore che corrono lungo il costato mentre fuori fa freddo. Sentire l' odore acre del fumo sul mio cuscino la domenica mattina e pensare che è l'ultima volta. Guardare un quadro con una bambina con un orso al guinzaglio vicino a un ruscello e vedere la pace dell'assurdo. Le cose piccole diventano grandi. Le cose grandi diventano piccole. Questione di priorità, si direbbe. Ricominciare dai sensi.Ricominciare da me.

mercoledì, ottobre 24, 2007

Legata a un granello di sabbia



Mi trovo nella stessa settimana a guardare due film di Ozon: 5X2 e Otto donne e un mistero. Volevo parlarvi di come a Ozon non piacciano gli uomini, sempre relegati sullo sfondo come fantasmi, di come viva male le storie d'amore, "averti accanto a me è una gioia e una sofferenza", di quanto gli piaccia Truffaut e di quanto piace a me. Ma non sono ispirata. E forse come direte voi è meglio così. Volevo invece parlare di due colonne sonore così diverse e così simili. In 5X2 Ozon va a ripescare dal repertorio italiano una serie di canzoni d'amore prese dal nostro passato: Tenco, Paoli, Conte ma anche Bobby Solo e Wilma Goich. Stessa cosa in Otto Donne ma dal repertorio popolare francese (questo sconosciuto) , canzoni d'amore e di disperazione che fa interpretare (ahimè) dalle protagoniste. Lo ammetto. Odio i film in cui gli attori cantano. Aldilà di rarissime eccezioni (Dancer in the dark, qualche cartone animato (mi bastan poche briciole, lo stretto indispensabile...) e McDowell che canta Singing in the rain) non riesco ad apprezzare il genere. Diciamo che mi innervosisce non poco. Beh ascoltatevi questa canzone tratta dalla colonna sonora di 5X2, chiudete gli occhi mentre fuori piove e c'è solo grigio sopra la vostra testa. Avrei voglia di ballare, dondolando dolcemente, scalza, su un pavimento caldo con un camino acceso e un bicchiere di vino in mano.

lunedì, ottobre 22, 2007

Oblomovismo


Non mi considero una persona superstiziosa. Anzi, non lo sono affatto. Eppure mi è rimasta dall'infanzia quest' idea secondo la quale se penso ad una cosa, ad una situazione, questa prontamente non potrà mai avverarsi poichè già avvenuta nella mia mente. Da piccola quando immaginavo qualcosa di bello tentavo in tutti i modi di fare finta di non averlo mai pensato. Come barare giocando ad un solitario. Credo che nasca da lì l'abitudine a pensare solo a cose brutte. Dalla certezza che le cose non si potranno avverare (anche se poi a tutti gli effetti la vita ha molta fantasia di per se stessa senza doverla anticipare). Ho un'immaginazione molto spiccata che non ha mai trovato sfogo in una forma concreta di espressione. Non ho il controllo del mio corpo, figuriamoci delle mie mani. Non so disegnare, non so dipingere, non so scrivere, non so. So pensare. E ho sempre pensato tanto. Immagino momenti, conversazioni, situazioni. Lo faccio da sempre. E' assolutamente deleterio. La realtà non sarà mai neanche paragonabile al pensiero. Per sfortuna. E per fortuna. La realtà non perde mai la capacità di stupirmi. A volte bisogna soltanto aspettare. Rallentare. Di fondo se continuo a pensare a quanto avrei bisogno di un pò di serenità, questa non arriverà mai.


...


Cerco da giorni un libro da leggere e non lo trovo. Mi annoio. E mi ritrovo a guardare troppe puntate di Nip/Tuck di fila. Mi fanno male. Anni fa io e mia sorella sperimentammo il potere del piccolo schermo accusando la stessa sintomatologia dopo quattro/cinque puntate dei Simpson di fila : nausea, irascibilità, inquietudine. Nip/Tuck fa pure peggio, quasi un trauma semipermanente. Ho fatto sogni strani stanotte. Ma forse è colpa dell' ennesimo film di Greenaway che mi sono obbligata a vedere.


...


Fare delle scelte implica volontà. La noia intorpidisce ogni minimo slancio. Inizio di nuovo a piegarmi al piacere di stare sdraiata con la gravità come unica compagnia. Ieri sera mi paragonavo ad Oblomov. "Oblomov non è ozio: è stasi del corpo in un lento sogno dell'anima; è il torpore delle membra, degli occhi semichiusi che guardano l'agitazione inutile del mondo circostanze, senza esprimere un giudizio, ma rallentando i ritmi del cuore per poter sognare". E qui si torna al punto di partenza. Ho scritto un post circolare senza rendermene conto. ça va sans dire...

1984 (ovvero sull'impossibilità della democrazia)



Benvenuti. Non abbiate paura. E' il solito Mattatoio che ritrovate ogni giorno a questo indirizzo. Nulla è cambiato. Certo ci hanno accusato di essere un blog poco democratico. Hanno puntato il dito verso il blog administrator e hanno urlato alla censura. Non preoccupatevi. Non sanno quello che fanno. Certo pochi post fa mi ero presentata come garante della libertà di espressione, ma dove inizia la libertà di espressione e dove finisce il buon gusto? E' quindi possibile utilizzare la censura non per limitare la libertà di parola, ma per mantenere un livello di commenti che si intoni con l'umore del post?

E poi si fa presto a parlare di democrazia. Che tipo di metodo di gestione si dovrebbe tenere all'interno di un contesto come questo? Che cosa vige nel Mattatoio?

"Un metodo "perfetto "non esiste. Kenneth Arrow, premio Nobel per l 'economia nel 1972, ha dimostrato un ben noto teorema di impossibilità della democrazia, che, con un po ' di semplificazione, suona così. Volete un metodo di aggregazione di preferenze individuali in una unica lista di preferenze collettive che abbia le seguenti proprietà:

(a) sia sempre applicabile;

(b) se tutti esprimono la stessa lista di preferenze allora questa è anche la lista di preferenze collettiva;

(c) se la lista di preferenze collettiva pone il candidato Rossi prima di Verdi, allora il fatto che venga aggiunto un nuovo candidato, può modificare la posizione di Rossi e Verdi nella lista, ma non può modificare le loro posizioni relative, cioè Verdi non può solo per la presenza di un ulteriore candidato scavalcare Rossi.

Ebbene, se proprio volete tutte queste proprietà soddisfatte allora l 'unica possibilità è la dittatura, cioè un sistema di aggregazione che individua uno dei votanti e, quali siano le preferenze espresse, fornisca come lista di preferenza collettiva quella di questo votante. Immaginando che nessuno voglia la dittatura, dal teorema di Arrow segue che dobbiamo abbandonare la ricerca della perfezione ed accontentarci di un sistema imperfetto."

Io adoro la perfezione delle cose. Benvenuti. Non abbiate paura. Fatevi avanti. Salutate il nuovo dittatore. Giulia K. aka MeiMei non vi farà del male. Vi proteggerà dalle insidie del mondo virtuale coccolandovi come dei neonati. Benvenuti in una nuova era. Oggi è il giorno uno dell' anno uno. Non siete felici di far parte di questo nuovo progetto umano?

venerdì, ottobre 19, 2007

Solo sangue e non magia


Sai quando tornerai io sarò già via
Senza un'idea
Vendendo roba tua
Riciclandomi
Restando vivo

Imparare a barare e sembrare più vero
Due miserie in un corpo solo

C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Quando sai che sei fedele
A quello in cui non credi più

Per la prima volta mi rendo conto quanto mi piacciano le persone. Toccarle. Ascoltarle. Guardarle. Interagire con loro. Sentirne il peso. Sentirne l'odore. Per la prima volta mi sento calata totalmente nella realtà. Il corpo e la mente senza soluzione di continuità. Il gioco non è più virtuale. Questa volta ci sono dentro. Passi tutta la vita a darti degli obiettivi. I luoghi in cui vivi ti influenzano incredibilmente. La lenta monotonia della provincia ti ammalia con il suo dolce cullare. Ti siedi. Non si sa bene come perchè ma lo fai. E' difficile tenere alta la guardia in un mondo che conosci troppo bene. Calano le aspettative. Cala lo stress. Prendi il tempo. Lo dilati. Ti camuffi un pò. Ti travesti. Ma qualcosa ti dice che non potrà durare per sempre. Ho sempre avuto la tendenza a dequalificarmi, prima tralaltro che la vita mi obbligasse a farlo. C'è una sorta di sottile piacere nel vedere come le altre persone si organizzano di fronte a te mentre tu abbassi un pò il capo in attesa di un passo falso, ridendo di coloro che credono di avere la situazione in mano ma non sono altro che burattini con fili che non riusciranno mai a tagliare.

Vivere per non farsi del male
Poter vedere
Com'è non morire e non sentire
Cambiare idea

Con le labbra sul vuoto
La chitarra nel vuoto
Il mio cazzo inutile

C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Nelle tue cosce in rovina
Quello che tu non sei
Ieri notte dove di solito c'è solo nebbia e vuoto c'era una volta stellata. E io pensavo a Bret Easton Ellis. Pensavo a quanto mi avesse coinvolto la parte di Lunar Park in cui cerca di espiare le colpe di aver scritto American Psycho. Penso a quante volte si deve essere ripetuto che di fondo tutto il romanzo può essere letto come frutto della pura immaginazione del protagonista. Non ci si abitua mai ad essere vittime della propria mente. Non si riesce mai a capire il perchè. Chi controlla chi. Cosa controlla cosa. Ma i fantasmi tornano a fare visita. E a loro non si mente mai. Chissà se Breat Easton Ellis qualche volta pensa a me.

Guarire un po'
Sognare un po'
Amare un po'
Fallire un po'
Far male un po'
Mentirsi e poi
Tornare a sfamarsi un po'

C'è stato il tempo di Topolino, quello di Linus, quello di Cioè, quello di Tutto, quello del Mucchio Selvaggio, quello di Elle, Marie Claire etc. A sorpresa a distanza di un anno ritorna in una conversazione il fantomatico "l'ho letto su Vanity Fair", questo immancabile appuntamento settimanale con tutto quello che ti serve sapere per fare bella figura in un'uscita mondana. Una summa di gossip-cultura-attualità-jet-set-stile-psicologia, un breviario moderno di facile lettura e consultazione. Insomma ci sono ricascata. L'appuntamento è di giovedì. Perchè divento dipendentente da tutto...

C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Solo sangue e non magia
Solo sangue e non magia

Solo sangue e non va via

martedì, ottobre 16, 2007

E' facile smettere di fumare....


...se sai come farlo. Questo è il titolo di un libro che mi è appena stato recapitato da IBS. L' ho acquistato domenica sera dopo aver trascorso buona parte della serata di Venerdì a parlare con una ragazza che è riuscita a smettere di fumare leggendo questo libro.
OK. Smettetela di ridere. Lo so che state ridendo. Primo per la foto qui sopra: io a 17 anni con un vestito rosso orientale (comprato a Londra, messo un paio di volte, prestato quella sera e mai più ritornato...) e un'immancabile sigaretta. Secondo perchè io come vi dicevo non credo mai a nulla. Non mi fido di niente e nessuno. Figuriamoci un libro per smettere di fumare. Terzo perchè chi mi conosce credo non riesca a pensarmi senza una sigaretta in mano. E soprattutto sa benissimo che in cuor mio non ho nessuna intenzione di smettere. Anche se qualche anno fa mi ero ripromessa dieci e non più dieci (anni di fumo). Siamo all' undicesimo. E' arrivato il mio momento. Di fondo durante la settimana stando in casa fumo solo due sigarette al giorno: una dopopranzo, una dopocena. Il we, beh il we dipende. E' incredibile come nella categoria dei fumatori i luoghi comuni siano uguali per tutti. NOn mi potrò mai più godere una cena. NOn digerirò più. Ingrasserò. Sarò più nervoso. Insomma questo libro si basa sul presupposto che il fumatore, poichè individuo debole, ossia assoggettato alle dipendenze, non può smettere solo con la volontà. PUò farlo certo, ma sarà un lavoro duro e ogni giorno correrà il rischio di cedere. Se invece si va a distruggere psicologicamente, a distruggere pezzo per pezzo tutte le false convinzioni che si hanno sulle sigarette e sul loro apporto benefico nella nostra vita (lo so che voi state pensando solo al cancro), forse il risultato diventa più efficacie e duraturo. Mi vien da ridere. Questo tale Allen Carr ha brevettato questo metodo da vent'anni. HA fatto smetter di fumare milioni di persone. Lui stesso fumatore accanito, si parla di 100 sigarette al giorno, ha provato molti metodi prima di inventare questo metodo chiamato Easyway. Per chi ha visto Saturno contro (film a mio parere pietoso), il personaggio della Buy interpreta una terapista anti-fumo: pare che Ozpetek abbia frequentato uno dei centri dove si insegna questo metodo, abbia smesso di fumare e maggiato il metodo con quella presenza. C' è scritto che leggere il libro funziona allo stesso modo. Allora? Siete con me? Ci proviamo? Fumerò fino alla fine del libro come prescritto. Vi terrò aggiornati.
ps. Se funziona mi compro anche quello per smetterla con l'alcool.
ps2.Smettetela di ridere! vi vedo...
ps3. Ozpetek ha smesso di fumare e ha fatto un film di merda. Il che non è proprio incoraggiante.

Cose che cambiano tutto...

giovedì, ottobre 11, 2007

Role Playing (Turn the lights down low)

Oggi sono una donna di poche parole e troppa musica...vorrei tornare ad essere una femmina di conseguenza, come direbbe qualcuno...bello no? Femmina di conseguenza...

Lick my legs, I'm on fire

Guidare di notte. Da soli.Uno dei piaceri unici della vita. Ho la fortuna/sfortuna di dover fare alcuni km di notte per poter tornare a casa dopo un'uscita notturna. In mezzo al niente. In mezzo al buio. Quello vero. E cantare. Nel caso specifico p.j.Harvey. A volte non vorrei mai arrivare a casa e continuare ad andare.Da sola. Nel buio. In mezzo al niente. E continuare a cantare.

mercoledì, ottobre 10, 2007

Reckoner


Ieri, in procinto di prestare un libro ad una persona, ho pensato all'amarezza che si prova quando si conclude un libro che in qualche modo ci ha appassionato (ricordo come se fosse oggi l'ultima pagina di Anna Karenina) e ho espresso in cuor mio il desiderio di poter cancellare ogni ricordo legato ad esso per poterlo rileggere con la stessa sorpresa con cui lo feci la prima volta. Mi è capitato spesso di rileggere dei libri e ogni volta l'impressione era diversa, come se mi stesse raccontando una storia uguale e diversa, ma la magia della prima lettura ahimè era perduta. Mi è capitato anche di pentirmi di non aver letto al momento giusto dei libri (ho letto il giovane Holden troppo tardi ad esempio). Ma esiste un tempo giusto per i libri? Beh sì. Ho provato a rileggere Sartre e di certo non mi fa più l'effetto di una volta. Ma la sorpresa della prima lettura si perde nel tempo. E nessun altro come Bergson poteva spiegarmi il perchè.


Io constato anzitutto che passo di stato in stato. Ho caldo ed ho freddo, sono lieto o triste, lavoro o non faccio nulla, guardo ciò che mi circonda o penso ad altro. Sensazioni, sentimenti, volizioni, rappresentazioni: ecco le modificazioni tra cui si divide la mia esistenza e che di volta in volta la colorano di sé. Io cambio, dunque, incessantemente. Ma non basta dir questo: il cambiamento è più radicale di quanto non sembri a prima vista. Di ciascuno dei miei stati psichici parlo, infatti, come se esso costituisse un blocco: dico sì che cambio, ma concepisco il cambiamento come un passaggio da uno stato al successivo e amo credere che ogni stato, considerato per se stesso, rimanga immutato per tutto il tempo durante il quale si produce. Eppure, un piccolo sforzo di attenzione basterebbe a rivelarmi che non c'è affezione, rappresentazione o volizione che non si modifichi di continuo: se uno stato di coscienza cessasse di cambiare, la sua durata cesserebbe di fluire. Il mio stato d'animo, avanzando sulla via del tempo, si arricchisce continuamente della propria durata: forma, per così dire, valanga con se medesimo. Se la nostra esistenza fosse costituita di stati separati, di cui un Io impassibile dovesse far la sintesi, non ci sarebbe per noi durata: poiché un Io che non muti non si svolge, come non si svolge uno stato psichico che resti identico a se stesso finchè non venga sostituito dallo stato successivo. Infatti, la nostra durata non è il susseguirsi di un istante ad un altro istante: in tal caso esisterebbe solo il presente, il passato non si perpetuerebbe nel presente e non ci sarebbe evoluzione né durata concreta. La durata è l'incessante progredire del passato che intacca l'avvenire e che, progredendo, si accresce. E poichè si accresce continuamente, il passato si conserva indefinitamente. La memoria non è la facoltà di classificar ricordi in un cassetto o di scriverli su di un registro. Non c'è registro, non c'è cassetto; anzi, a rigor di termini, non si può parlare di essa come di una "facoltà": giacchè una facoltà funziona in modo intermittente, quando vuole o quando può, mentre l'accumularsi del passato su se stesso continua senza tregua. In realtà, il passato si conserva da se stesso, automaticamente. Esso ci segue, tutt'intero, in ogni momento: ciò che abbiamo sentito, pensato, voluto sin dalla prima infanzia è là, chino sul presente che esso sta per assorbire in sé, incalzante alla porta della coscienza, che vorrebbe lasciarlo fuori. La funzione del meccanismo cerebrale è appunto quella di ricacciare la massima parte del passato nell'incosciente per introdurre nella coscienza solo ciò che può illuminare la situazione attuale, agevolare l'azione che si prepara, compiere un lavoro utile. Talvolta qualche ricordo non necessario riesce a passar di contrabbando per la porta socchiusa; e questi messaggeri dell'inconscio ci avvertono del carico che trasciniamo dietro a noi senza averne consapevolezza. Ma, se anche non ne avessimo chiara coscienza, sentiremmo vagamente che il passato è sempre presente in noi. Che cosa siamo, infatti, che cos'è il nostro carattere se non la sintesi della storia da noi vissuta sin dalla nascita, prima anzi di essa, poiché portiamo con noi disposizioni prenatali? Certo noi pensiamo solo con una piccola parte del nostro passato; ma desideriamo, vogliamo, agiamo con tutto il nostro passato, comprese le nostre tendenze congenite. Il nostro passato ci si rivela, dunque, nella sua interezza, con la pressione che esercita su di noi e sotto forma di tendenza, benchè solo uan piccola parte di esso si converta in rappresentazione chiara e distinta.

Conseguenza diquesta sopravvivenza del passato è l'impossibilità, per una coscienza, di passare due volte per l'identico stato. Le circostanze possono ben rimanere le stesse: la persona su cui agiscono non è più la stessa, perchè la colgono in un momento nuovo della sua storia. La nostra personalità, che va via via formandosi mediante il progressivo accumularsi del'esperienza, muta continuamente;e però nessuno stato di coscienza, anceh se resta ientico alla superficie, si ripete mai in profondità. Questo è perchè la nostra durata è irreversibile: per poter rivivere anche un momento solo bisognerebbe annullare il ricordo di tutti i momenti successivi.

Henri Bergson, L'evoluzione creatrice

martedì, ottobre 09, 2007

Cosa Essere Tu?



“E tu chi sei?”domandò il Bruco.
Non era incoraggiante,
come inizio di conversazione.
Alice rispose timidamente:
“Io a questo punto quasi non
lo so più, signore.
O meglio, so chi ero quando
mi sono alzata stamane,
ma da allora credo di essere
stata cambiata parecchie volte”

Lewis Carroll,
Alice nel paese delle meraviglie

domenica, ottobre 07, 2007

Io Sono (ovvero un libro per tutti e per nessuno)


Da qualche ora mi risuona in testa come un'eco questa semplice frase: Io Sono. Sono entrata in stanza due minuti fa e ho pensato a Mingus e poi ho pensato a Nietzsche. Allora ho messo su Mingus. E ho preso in mano, dopo anni, quel libro giallo sporco rovinato consumato che è il mio Zarathustra. Quello che è stato il mio breviario adolescenziale. Lo apro e inizio a leggere. Leggo pezzi sottolineati con cura, pezzi cerchiati in matita e frasi date sensazioni. Ammetto che dal 1997 l'umore non si è molto modificato e la cosa mi preoccupa abbastanza, ma perlomeno ora ho il buon gusto di non scrivere frasi ad effetto sui miei libri. Vi propongo frasi random e la cartolina che ho trovato dentro il libro "La lettrice" di Federico Faruffini.

"Tutto quanto è oggetto di molta riflessione, diventa inquietante"

""Ho imparato ad andare: da quel momento mi lascio correre. Ho imparato a volare: da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi. Adesso sono lieve, adesso io volo, adesso vedo al di sotto di me , adesso è un dio a danzare, se io danzo"

"Ma una cosa è il pensiero, un'altra è l'azione e un'altra ancora è l'immagine dell'azione. La ruota del motivo non passa tra loro"

"Ma tu vuoi procedere sul sentiero della tua malinconia, che è il sentiero verso te stesso? Fammi vedere che ne hai la forza e il diritto! Sei una nuova forza e un nuovo diritto? Un moto primo? Una ruota che corre da sè? Sei capace a costringere le stelle a ruotarti intorno"

Così parlò Zarathustra. A me Zarathustra ha parlato per anni. Era una specie di I-ching senza esagrammi. Non date in mano questo libro ad una quindicenne. Il risultato dieci anni dopo potrei essere Io, che una domenica sera pensa a Mingus e a Nietzsche. E si ripete Io sono. Funziona. Provare per credere.

venerdì, ottobre 05, 2007

The Air is On Fire

"Le cose oscure mi paiono più belle" D. Lynch

giovedì, ottobre 04, 2007

Venus in Furs (ovvero è quello che sai che ti uccide o è quello che non sai...)

Chi mi conosce lo sa: la mia vera e unica passione sono le borse. Quell'assurdo contenitore che diventa più importante del contenuto. Ma verso la fine di agosto sfogliando un giornale mi trovo di fronte ad un apubblicità di una nota marca di scarpe e le vedo. Penso le voglio. Amore a prima vista. Penso a tutti i miei shorts. Penso ai miei cappottini. Penso a quanto vorrei venisse abbastanza freddo per un paio di calze nere. Ebbene adesso questi gioiellini sono in una scatola di fronte a me. Le ho annusate per bene. Le ho provate per bene. Adoro l'odore delle scarpe in vernice. Adoro questo ritorno agli anni 80. Adoro sentirmi come Blondie. Colonna sonora della giornata: gli Smashing Pumpkins. Senza neanche farlo apposta nel mio giro mattutino di blog trovo il video di Tonight Tonight. Penso che saranno passati anni dall'ultima volta. Allora mi abbandono a quel capolavoro evocativo che è per me Mellon Collie. Arrivati a Stumbeline inizio a piangere e penso che è ora di smetterla. Mi sa che al concerto ci vengo...dopotutto zeitgeist è una delle mie parole preferite. Lo spirito del tempo. Proprio quello che si sente addosso ascoltando qualcosa dopo tanti anni. Proprio quello che non si riesce a cogliere mentre stiamo vivendo.
Colonna sonora del pomeriggio: Shake the disease dei Depeche Mode a ripetizione. Io sono così. Ascolto una canzone a ripetizione fino allo svenimento. Poi la metto nel dimenticatoio insieme a tutte le altre fino al prossimo momento Zeitgeist.
PS. non so se avete notato la novità del mattatoio: K. L'ho scelto ieri sera tra una miriade di pet digitali: scimmie, panda, gatti. Ho scelto un criceto. E l'ho colorato del mio colore preferito. E gli ho dato un pezzo del mio nome. K. Che non è una lettera a caso. Niente è mai lasciato al caso qui. Come nell amia vita. Il deisiderio di controllo. Il delirio di onnipotenza. Quand'è che la smetterò di fare sempre gli stessi errori?

mercoledì, ottobre 03, 2007

Wrapped around your finger

Ieri sera ho avuto il piacere di assistere all'unica data italiana dei Police a Torino. Il Concerto Perfetto, potremmo dire. Peccato per i 65000 morti viventi la cui presenza aleggiava intorno a noi. Io capisco l'età avanzata ma un minimo di reattività non guasta mai. Devo dire che apprezzo molto i concerti allo stadio, mi fanno sentire in pace con il resto del mondo (o perlomeno con quella piccola rappresentanza del mondo che insieme a me si sta godendo il concerto). Però ieri si è un pò persa l'atmosfera, sarà che il Delle Alpi si riempie a buchi, la visibilità è pessima e non riesci ad apprezzare quell'infinità di corpi senza soluzione di continuità, sarà come dicevo la folla stanca e immobile (ma come si fa a stare fermi...). Potrei lasciarmi andare a commenti da bar su Sting ma li evito (Silvia Silvia tu sì che la sai lunga....).

lunedì, ottobre 01, 2007

La mia famiglia e altri animali


A volte vorrei poter avere una telecamera. Forse non tutti sanno che ho la fortuna di avere ancora tre nonni in vita. La nonna paterna, che chiameremo E., vive sotto casa mia, ha 83 anni e nella vita ha avuto parecchie malattie (per citarne alcune :tifo, morbo rarissimo alle ossa negli anni '50 per cui è rimasta in ospedale a Venezia per tre anni e un ictus con coma annesso 16 anni fa)ma che sta miracolosamente bene. Donna da sempre dedita all'arte del lamento e dell'urlo mattutino, rimarà negli annali per il tono di voce spesso altissimo (da qualcuno ho preso...). La nonna materna, che chiameremo O., ha la bellezza di 88 anni appena compiuti, un' anamnesi più breve ma una storia di vita alla Novecento di Bertolucci e un marito ancora in piena salute che ha 87 anni. Da qualche tempo O. soffre di una grave forma di demenza senile che l'ha portata a non riconoscere spesso le persone che ha intorno (incluso il marito che è diventato "quello lì") accompagnata da una forte afasia e confusione mentale. Fattosta che spesso e volentieri la signora O. scappa di casa e si reca a far visita alla signora E.: immaginatevi una situazione alla non parlarmi non ti sento. Insomma parlano per ore senza ascoltare quello che l'altro ribatte. L'altro giorno la nonna E. mi ha raccontato questo fatto. La nonna O. , presa da un impeto di nostalgia, inizia ad intonare Bandiera Rossa (i miei nonni sono di Reggio Emilia...). Nonna E. rimane un pò interdetta, di fondo credo l'unica cosa che abbia mai cantato siano le preghiere in chiesa ma non può tirarsi indietro causa malumori. Per cui si convince e inizia a cantare: passeranno mezzo pomeriggio a cantare Bandiera Rossa felici e contente. Scene memorabili. Lacrime. A volte vorrei poter avere una telecamera.

Se penso a me da vecchia immagino una gran rompicoglioni, alcolizzata, che passa le giornate a guardare film obbligando il nipote di turno (un emo-kid in versione futuristica) ad apprezzare Bergman e a convinvere il piccolo che di fondo Greenaway va capito (cioè non cambia niente rispetto adesso se non per l'emo-kid e i capelli bianchi). Il circolo del bridge con le amiche. L'aperitivo con Madame al Savoia con doppia porzione di tartine. Sigaretta. Al mare sei mesi l'anno. Una polka, una mazurka (con tutte le sagre che avrò collezionato al tempo avrò imparato finalmente i passi base!). Vabbè tanto ci teniamo in contatto, no?


PS:Nonna E. è famosa tra i miei amici per un altro fatto. Primo perchè ha sempre avuto gatti con lo stesso nome: PIti. Io e mia sorella abbiamo tentato in tutti i modi di battezzarli in un altro modo, ma lei rema sempre contro. Piti sono, Piti rimangono. Dice che ha fatto degli esperimenti anni fa e Piti è l'unica cosa che capiscono. Secondo perchè qualche anno fa, stufa del comportamento poco consono di un gatto maschio, Piti perlappunto, lo impiccò in uno stanzino nel giardino e andò a messa. Dopo la messa andò a controllare e il malcapitato era ancora vivo: aveva iniziato ad oscillare, aveva raggiunto un'impalcatura lì vicino e vi siera appeso con una zampina. Nonna E. decise che a quel punto era tardi e il gatto rimase miracolosamente in vita.