venerdì, ottobre 05, 2007

The Air is On Fire

"Le cose oscure mi paiono più belle" D. Lynch

4 commenti:

Stefano ha detto...

THE AIR IS ON FIRE

La pittura di David Lynch in mostra a Parigi

Articolo di Rossella De Angelis
Pubblicato martedì 20 marzo 2007 - NSC anno III n. 12

The Air is on fire,

presentata presso la Fondazione Cartier di Parigi è la più ampia esposizione dedicata all’arte pittorica e visiva di David Lynch. La mostra esplora gli aspetti meno noti dell’attività del regista del Montana mettendo in scena i suoi dipinti, le fotografie, i disegni, i film sperimentali (tra cui i suoi primi cortometraggi Six Men Being Sick e The Grandma) e i suoni da lui creati dal 1960 ad oggi.
Lynch ha iniziato la sua carriera come pittore e la pittura è letteralmente per lui il luogo in cui tutto ha avuto origine. Lui stesso ha più volte dichiarato che la sua esigenza di cominciare a fare film non nasce dalla necessità di raccontare storie, ma dalla volontà di aggiungere qualcosa all’immobilità di ciò che dipinge, qualcosa che ne accresca il potenziale sensorio.

Quello presentato nella mostra è un viaggio attraverso il lato oscuro dell’essere umano, attraverso i suoi peggiori incubi: un percorso in cui vengono riproposti alcuni tra i temi più cari all’universo lynchiano, dall’uxoricidio allo smembramento del corpo.

La pittura serve a Lynch come strumento di analisi del reale e come mezzo di costruzione dell’immagine filmica per completare il suo già pungente sguardo cinematografico sul mondo. Il cinema di Lynch è infatti il risultato di una attiva collaborazione intertestuale in cui il film si fa contenitore di altri linguaggi attuando una sorta di integrazione e di contaminazione reciproca funzionale alla descrizione del suo personalissimo universo cinematografico.

Nelle sue tele l’aspetto narrativo dell’immagine è reso quasi come se esse fossero già state liberate da risposte precostituite, lasciando al nostro occhio la libertà di muoversi lungo la superficie della tela e quindi di scegliere. E se Lynch nei suoi film dimostra di amare i colori, la luce, il fuoco, tutte le fonti luminose, tutti i toni più accesi di rosso e di giallo, tutte le tinte nette e forti, i suoi quadri sono invece plumbei, cupi, quasi claustrofobici. È così un inferno tutto noir, con qualche concessione al grigio e rari sprazzi di marrone o di bianco, quello a cui Lynch dà corpo con le sue dense pennellate di vernice a cui sovrappone i materiali più disparati, dal cotone al cartone, alla plastica, ai cerotti, sorta di reperti-spazzatura della civiltà contemporanea che gli ispirano una singolare dichiarazione di poetica.

Una natura organica che trova un riscontro visivo negli impasti di colore che diventano ferite aperte, corpi urlanti, testimoni di una tragedia, e nel brulicare di un mondo sub-organico, terroso, terreno di cultura per l’inconscio. Quelli di Lynch sono «quadri a grasse pennellate orizzontali che formano fondi corposi sui quali intervengono brevi, ma non per questo meno forti e arruffati segni stenografici di oggetti, persone, animali, insetti che ritroviamo nei titoli»(Chris Rodley, Lynch secondo Lynch, Baldini & Castoldi, 1997).

Nelle sue foto invece il suo universo cinematografico è più riconoscibile: nei paesaggi industriali fumosi e desolati, nelle periferie in stato di abbandono, nei cavi elettrici e nei ponti sospesi, ma anche nelle bambole impiccate, nelle teste di cera decomposte o coperte di insetti.

Al visitatore/spettatore rimane impressa nella memoria quella personale configurazione estetica delle cose del mondo che fa di Lynch uno dei più immediatamente riconoscibili autori del cinema americano e mondiale.




Per i curiosi e non sono qui:

http://moderntime.splinder.com

Anonimo ha detto...

bwahahaha sono entrato finalmente in possesso di DUMBLAND. Sono disposto a scambiarlo per tutta la serie di RABBIT.

Qualcuno e' disposto a tale scambio ?

Gas

Anonimo ha detto...

in questo momento ti sto scrivendo dal mio nuovo fiammante iphone......FIGHISSIMO!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

ho visto quasi tutti i film di lynch, e ovviamente anche twin peaks... penso a lui ed e' subito angoscia, ansia.

ho visto il servizio sui suoi quadri, sulle installazioni... mamma mia, rivedere la camera nera......

sara' sciuramente un'esperienza, peccato non poterla visitare!