giovedì, settembre 20, 2007

Nel cuore della notte in una casa buia da qualche parte nel mondo (ovvero sulle crisi post-visione)


"Mi domando se esista qualcosa di più orribile di un marito e una moglie che si odiano"
Bergman parte proprio da questa frase di Strindberg per narrare l'odissea di una coppia fotografata durante i dieci anni che partono dal loro decimo anniversario di matrimonio. "Scene da un matrimonio" è nato come film per la tv , ma successivamente ne è uscita una versione ridotta per il cinema : una seduta psicoanalitica di due ore e quaranta da cui sono uscita dapprima completamente turbata poi estremamente rinnovata. Il potere di Bergman è immenso, perlomeno su di me. Un film sull'impossibilità dell'amore, sulla solitudine cercata e forzata degli uomini contrapposta al desiderio di contatto fisico e al bisogno degli altri o, nel caso specifico, dell'altro. L'altro come ricettacolo di speranze svanite, frustrazioni e mancate ambizioni, come proiezione delle proprie debolezze. L'impossibilità di amare se stessi (anche se i personaggi negli anni maturano una diversa consapevolezza del sè e sembrano arrivare a conoscersi meglio e quindi ad accettarsi)e gli altri indipendentemente dal ruolo che essi rivestono nel nostro mondo: mariti, mogli,genitori, figli.



"Non siamo che analfabeti dal punto di vista sentimentale. Ci hanno insegnato tutto ma non ci hanno insegnato una sola parola sulla nostra anima. L'ignoranza su noi stessi è praticamente totale"

Insomma se avete paura di ascoltarvi e scoprire qualche pensiero che non avreste voluto mai arrivare ad elaborare non guardatelo. Potrebbe innescare una crisi inutile. Meglio continuare a preferire" l'arte di nascondere la spazzatura sotto il tappeto" (titolo di uno dei sei capitoli del film). Questo era il momento migliore nel mio caso per vedere il film con il dovuto distacco (e soprattutto senza coinvolgere nessuno nella mia crisi personale post visione).

"Credi che viviamo in una totale confusione? Credi che dentro di noi si abbia paura perché non sappiamo dove aggrapparci? Non si è perso qualcosa di importante? Credo che in fondo c'è il rimpianto di non aver amato nessuno e che nessuno mi abbia amato".


A proposito di crisi post-visione.Non vi è mai capitato di andare al cinema e vedere uno di quei film che ti spingono verso il solipsismo più esagerato, verso la libertà (fittizia) e la completa realizzazione del sè senza se e senza ma (e soprattutto senza mogliemaritifidanzatiseriblablabla).
Non Bergman, cose più easy, quella filosofia spiccia che ti fa prendere i cinque minuti. Insomma finisce il film. Ecco si accendono le luci. Voi siete tutte rimescolate dentro per tutto quel bombardamento di parole emozioni amori. Si accendono le luci e vi trovate lì. Sedute in mezzo a una sala piena di gente che voi non vedete perchè troppo prese da questo mood rivoluzionario. PIan piano realizzate che non siete sole, ma vicino a voi sta seduta la persona con cui siete andate al cinema, che nel peggiore dei casi è il vostro compagno. Una figura che istante dopo istante inizia ad acquistare un peso enorme e come un blob nero vi circonda e vi soffoca con il suo volume. Non respirate. Guardate la gente che si alza. Il povero malcapitato vi sta guardando in attesa di una reazione. Niente. Voi siete lì ferme a pensare che di fondo non vorreste far altro che scappare. Guardate dove sono le uscite di sicurezza. VI sentite in prigione. Vi maledite per tutte le scelte sbagliate che avete fatto. VI sentite immobilizzate da una vita che non vi appartiene. I pensiere vanno a mille, non riuscite a stare dietro alla rivolta nella vostra mente che vuole vendetta. Vuole una nuova vita in cui rinascerete come una nuova eroina moderna (con tanto di katana di hattori hanzo nella migliore delle ipotesi). La realtà vi richiama all'ordine. Il losco individuo vi segue in silenzio. Uscite dal cinema. Accendete una sigaretta. Recuperate quel briciolo di maturità che avete guadagnato coi punti del conad. E iniziate a pensare che forse tutto quello di cui avete bisogno ce l'avete già. O che la vostra vita di fondo non è proprio da buttare, certo non sarà easy rider ma pure loro fanno una brutta fine. O che non c'è nente di più bello che andare a dormire nell'abbraccio protettivo di qualcuno che vi ama veramente. Volete sapere come si chiama tutto questo? C'è chi la chiama maturità. Io la chiamo L'arte di buttare la spazzatura sotto il tappeto. Ma vi prego continuate a farlo. Quando decidi di pulire sotto il tappeto non sai mai cosa ci trovi. E soprattutto tolto il tappeto la prima volta sembra quasi impossibile recuperarne uno nuovo sotto cui allegramente riporre i propri pensieri (qualcuno di voi ne ha uno per me?). Perchè diciamo la verità: non semrpe tutti i pensieri vanno ascoltati e non sempre ascoltarsi troppo è la soluzione. Morale della favola: imparate ad ascoltarvi, ma con moderazione. E soprattutto smettetela di andare a vedere quei film se non avete ancora imparato a gestire la crisi post-visione.

39 commenti:

Stefano ha detto...

"...Morale della favola: imparate ad ascoltarvi, ma con moderazione. E soprattutto smettetela di andare a vedere quei film se non avete ancora imparato a gestire la crisi post-visione"


A parte il fatto che quando si va a vedere un film,almeno io,vado per avere un momento di svago,e di curiosita',poi dipende da quali film si vanno a vedere,la scelta non e' mai individuale,ma della coppia.
Secondo il mio punto di vista i film non modificano e non credo sia il loro scopo,di cambiare quelle che sono le nostre aspettative delle cose,e' pur sempre un film.
I film servono a generare emozioni.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Infatti di questo parlo. DI emozioni, non di cambiare aspettative (e poi cambiare? chi sa quali sono le aspettative vere da cui si parte). Inizio a pensare che sia una cosa prettamente femminile questa. Siamo affette da Bovarismo acuto e non riusciamo più a distinguere la realtà dalla proiezione di noi stesse.

Anonimo ha detto...

Scrivi "...O che non c'è nente di più bello che andare a dormire nell'abbraccio protettivo di qualcuno che vi ama veramente. Volete sapere come si chiama tutto questo? C'è chi la chiama maturità. Io la chiamo L'arte di buttare la spazzatura sotto il tappeto..."
Tutto ciò è molto triste, se mi permetti.
Non credo esista sensazione più bella al mondo che amare una persona ed essere ricambiati.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Certo che sì. Ma non togliere dal contesto la frase ti prego. Quello che voglio dire è: un fattore esterno (nel qual caso un film) ti smuove e ti fa sorgere dei dubbi , leciti o illeciti che siano, sulla tua vita. Le frasi riportate sono modi di autoconvincersi che tutto va bene , per ritornare sui binari, non cose assolute in cui credo. Non ascoltare la crisi, minimizzare il turbamento questo è il soggetto dellafrase, non l'amore. TI assicuro che conosco bene cosa vuol dire amare ed essere amati e non esiste cosa più incredibile. Inizio a pensare di non sapermi esprimere.

Anonimo ha detto...

Magari lo scritto è un pochino ermetico, magari la mattina sono più rinco del solito....
Cmq se la metti in questi termini non posso che darti ragione.

Estrapolando ancora, ;-) ,scrivi "tolto il tappeto la prima volta sembra quasi impossibile recuperarne uno nuovo sotto cui allegramente riporre i propri pensieri (qualcuno di voi ne ha uno per me?)": è sempre difficile trovare un "tappeto", spesso poi lo si trova dove non si pensa possa essere....Se poi aggiungiamo che sembri (non conoscendoti non posso dire "sei") una persona con un cervello autonomo e pensante, beh la ricerca è più ardua ma credimi non impossibile!

Marco ha detto...

Ti esprimi molto bene Giulia, ma devi pensare che chi legge non sta provando le tue stesse emozioni magari. Ogni frase decontestualizzata perde quello che è il vero senso, ma devi capire che il tuo post è un flusso di coscienza e sentimenti che per natura non possono che essere irrazionali. Noi umili lettori cerchiamo di interpretare i tuoi pensieri e quindi li razionalizziamo, perdendo tutto quel lato emotivo indispensabile per capire il vero senso del discorso.

Stefano ha detto...

Dimenticavo una considerazione che va ad aggiungersi al post e in tal caso amplia il discorso.

E cioe' vedere un film al cinema e' una cosa,vederlo a casa e' ancora un altra cosa.

Giusto?



P.S. il post e' scritto bene e si capisce.

Marco ha detto...

P.S.
Io il tappeto non lo cerco e spero di non trovarlo neppure per pura casualità.
E' come un accontentarsi...ed io non ne sono in grado. Forse trattasi di ambizione...
Non saprei.
Ma il tappeto lo lascio agli altri, se lo vogliono.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Stefano è vero sì. Al cinema è tutta un'altra cosa.
Vorrei fare una precisazione sul tappeto. Il tappeto non lo troviamo in un altra persona, ma lo costruiamo dentro di noi. E' una sorta di filtro con cui cerchiamo di interpretare i nostri pensieri e le nostre sensazioni. Una sorta di protezione inconscia. Non avere più un tappeto e quindi ascoltare ogni nostra pulsione o percezione può essere rischioso nel caso in cui non si è abbastanza preparati nel farlo. Ci va spirito critico e molta consapevolezza del sè. A volte pensiamo di avere completamente tolto ogni protezione,ma il nostro inconscio ci nasconde sempre qualcosa che non abbiamo ancora occhi per poter vedere e comprendere. Addentrarsi nel nostro IO e
scoperchiare troppo in fretta può essere pericoloso e può avere risvolti molto negativi.
Non è facile parlare di queste cose e vi ringrazio per lo sforzo che fate ogni giorno per comprenderle.

Stefano ha detto...

:-)

Marco ha detto...

Fatto sta che il tappeto è il "non ascoltarsi"...e far finta di non aver sentito.
Che roba brutta...quanto può durare?
Mi ricorda quelle coppie sposate da una vita, che si sopportano a vicenda, a denti stretti, e poi si piazzano dei mazzi di corna l'un l'altra.
Che cosa assolutamente priva di ogni senso e di buon gusto.
Il tappeto lo puoi applicare a tutto...non solo al matrimonio. Ma quella è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Marco tu non ti racconti mai qualche bugia per riuscire ad andare avanti? Mentire a se stessi a volte è un modo per proteggersi.
Sto parlando di individui presi singolarmente, non di relazioni.

Anonimo ha detto...

Per raccontarsi una bugia intendi farsi delle illusioni? O anche questa volta ho travisato?

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Vediamo...non saprei. Forse convincersi di stare bene quando non si sta affatto bene. E' illudersi questo? Convincersi che una situazione sia favorevole quando non lo è? E' travisare questo? O magari farsi dei complimenti quando non ci sarebbe nulla da compliemntarsi. Sto perdendo il filo del discorso.

Anonimo ha detto...

Per Marco: credo che il problema non sia il non ascoltarsi, quanto il riuscire a capire perchè proviamo certi sentimenti...

Anonimo ha detto...

Dal De Mauro: illudersi --> 1 nutrire speranze vane, spec. dovute all’interpretazione della realtà sulla base delle proprie illusioni
2 ingannarsi valutando troppo ottimisticamente

Anonimo ha detto...

giulia, ti risparmio la paternale su cosa vuol dire STARE con una persona, conviverci, condividere tutto, superare gli scazzi, avere un progetto e lottare per portarlo a termine, piano piano. la vita a due è dura, ma può essere bellissima, a patto di mantenere la propria individualità, i propri sogni (....). come sei pessimista in questo periodo.
giulia, la vita non fa così schifo, non è sempre sbagliato lasciarsi andare, non è sempre distruttivo manifestare le proprie emozioni, le proprie idee.
P.S:certo che se mi parli di thelma e louise o di marrakesh express...certo che mi viene voglia di prendere la macchina e scappare!!

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Inizio veramente a pensare di non sapermi esprimere propriamente. IL punto di vista esposto nell aprima prima parte del post è il punto di vista di Bergman, non il mio. La vita a due è bellissima, molto melgio di quella da soli (sbaglio o ne avevamo aprlato?). la vita è stupenda e lo sto scoprendo ogni giorno sempre di più. "la vita non fa così schifo, non è sempre sbagliato lasciarsi andare, non è sempre distruttivo manifestare le proprie emozioni, le proprie idee" non mi sembra di aver mai detto il contrario, anzi. Silvia la seconda parte era una dissertazione semiseria sui cinque minuti che ti prendono ogni tanto. A volte sono il campanello d'allarme che ti dice che c'è qualcosa che non va, a volte sono solo sterili paranoie. Tutto qui. NOn riusciamo a capirci in questo periodo. Sarebbe anche ora di vedersi.....

Anonimo ha detto...

sarebbe anche ora, sì! sai quante litigate ho fatto con marco, a partire da sms magari faceti ma che venivano letti con il tono sbagliato...
facciamo così, mi aggiorno sui film di bergman, proprio l'altro giorno pensavo che vorrei vedere questo film e il posto delle fragole. giulia, mi manchi tanto!

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Anche tu silvietta...ho letto sul blog di Marco i tuoi 10 motivi...e mi è venuta la lacrimuccia!

Stefano ha detto...

Marco dice:

"....Noi umili lettori cerchiamo di interpretare i tuoi pensieri e quindi li razionalizziamo, perdendo tutto quel lato emotivo indispensabile per capire il vero senso del discorso."


Scusa ma perche' non parli in prima persona?


Forse avresti dovuto scrivere:

"...io umile lettore cerco di interpretare,etc.etc."


Regards
(senza cattiveria....eh!)

Marco ha detto...

Usiamo "Noi" perchè quello è parlare in prima persona per noi.

Sincerely yours.

Anonimo ha detto...

forse la visione del film è un pretesto per poter pensare a se stessi, per poter guardare se stessi da fuori, per giudicare se stessi. E' chiaro che non ci piacciamo mai, che c'e' sempre almeno uno scontrino accartocciato sul pavimento ed un angolo di tappeto da alzare, ma questa è una brutta malattia... certo, anche a me piacerebbe essere come Silver Surfer o Ugo Tognazzi ed invece sono Gas.

per chi ha postato alle 8.14 :
chi va' al cinema per avere un momento di svago non sa' cos'è il cinema.

P.S.
andate al cinema per le immagini, per la poesia, per scoprire nuove interpretazioni del mondo, ne trarrete un beneficio maggiore dello svago.

Marco ha detto...

Gas è meglio di Silver Surfer!

Stefano ha detto...

per chi ha postato alle 8.14 :

"...chi va' al cinema per avere un momento di svago non sa' cos'è il cinema"

per chi ha postato alle 6:44 pm:

Rileggiti tutto il post di "aka meimei",il mio era un commento a cio' che aveva scritto...

Inoltre arriva a leggere tutta la frase fino al punto,e cioe':

"...poi dipende da quali film si vanno a vedere"



Se vai a vedere un film comico e' certamente un modo di vedere il film come uno svago,e in "Silver Surfer" puoi vederlo e come svago e/o affascinato dalle tecniche elaborate quasi tutte al computer.

Se vai a vedere film ambientati nell'800 in costume e' ovvio che guardi sia la parte storica,e magari anche quella poetica del film stesso.

La scelta del film e la visione,e la rappresentazione del film stesso sono sempre soggettive e la loro critica al film dipendono fortemente dal grado di culturale di una persona.

Ti faccio un esempio per farti capire meglio:

Se al cinema ci va un regista,e ovvio che il film lo vede in maniera diversa da molte persone che non sono addetti al mestiere.

Anonimo ha detto...

chi va' al cinema per avere un momento di svago non sa' cos'è il cinema

hai perfettamente ragione Gas, tutti i miei tentativi di affrontare la visione di un film con leggerezza, unicamente per trarne dello svago (a cominciare dalla scelta del titolo) mi si sono rivoltati contro, come un serpente nei confronti della padrona che cerca di pulirgli il culo amorevolmente.

Gradite cordiali saluti,
Famiglia Orchiti

Stefano ha detto...

Sarebbe buona cosa come sottolinea la moderatrice del blog
"aka mei mei"di non togliere dal contesto una sola frase...

P.S. ovviamente i punti di vista sulle cose sono molteplici

Cordiali saluti

Marco ha detto...

NOI diciamo che:
Gas è meglio di Tognazzi.

Anonimo ha detto...

ciao Giulia, ti avrei scritto una mail ma non l'ho trovata e non ho voglia di chiamare Robertini per farmela dare... ti copia incollo l'invito per il reading del 9 ottobre:

sei invitato/a

al primo reading stagionale presso la trattoria "da Carlaccio" a Casale Monferrato martedi 9 ottobre 07.

Durante la cena ognuno degli invitati porta un libro e ne legge una parte qualsiasi agli altri,
se siete invitati per la prima volta è possibile intervenire senza portare libri.

Gli inviti sono stati diramati a 18 persone in modo tale da essere un totale di circa 10 presenti al reading.

Per coloro che vengono da fuori Casale l'incontro è davanti al Teatro Municipale di Piazza Castello a Casale alle ore 20.40
Per i casalesi che non volessero venire a tale incontro è possibile trovarsi da Carlaccio per le 21.

Confermatemi la vostra presenza entro sabato 6 ottobre via mail o via telefonica.

sinceramente vostro,

Gas
(gas@manicomio.tv)

Anonimo ha detto...

chi scrive "chi va' al cinema per avere un momento di svago non sa' cos'è il cinema" non sa (senza apostrofo nè accento) cos'è l'italiano. Proprio non va (senza accento, nè apostrofo). Forse prima di discettare di filosofia sarebbe il caso che si andasse a ripassare i fondamenti

Anonimo ha detto...

L'individuo che ha scritto "chi va' al cinema per avere un momento di svago non sa' cos'è il cinema" oltre a non sapere cosa sia l'italiano dimostra una impostazione mentale classista: si sente un essere superiore pronto a sbeffeggiare chi la pensa diversamente dalla casta degli eletti a cui lui siè accodato (più ragliando che belando, va da sè).
Un penoso esempio di snobismo intelletual-radical chic, ossia la versione moderna dei soliti cretini quali sono i razzisti in tutte le salse.

Anonimo ha detto...

ok, va' a prendertelo in culo

Marco ha detto...

Abbiamo rimasti in pochi a parlare l'itagliano.
Per fortuna io ho andato alle squole alte.
Dai bambini, non litigate...

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Io sto fuori un giorno e guarda un pò che guazzabuglio. Ripeto questo è un luogo in cui ognuno può esprimere la sua opinione ed essere sicuro che la suddetta opinione verrà rispettata, a meno che venga a meno il buon gusto e il rispetto per gli altri. Credo quindi che il tono migliore da tenere all'interno di questo blog semiserio sia un tono semiserio. Adoro le iperboli, ma non sempre vengono capite. E spesso si passa per "snobisti intelletual-radical chic". Capita anche a una "saputa" come me, pensate un pò.
ps. l' importante è andarci al cinema. Il motivo per cui si va è secondario.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

PS. Forse voi non lo sapete ma a Gas (e pure a me) piace Greenaway. Si spiegano tante cose..
Gas: più tardi ti mailizzo. Grazie per l'invito.

Marco ha detto...

Porcodiddùe 'sti saputi che se la menano con l'italiano ed il cinema d'autore e di qualittàeee...cheppàlle.
A me piace Willy Wonka.
Willy Wonka rules!
Saputi suck!

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Anonimo ha detto...

amo l'esercizio di retorica.


Gas, insolito flamer

Marco ha detto...

Noi diciamo:
Gas è meglio della retorica...e pure dell'ora di ginnastica!
;)

Anonimo ha detto...

... Dio mio! Ma curati!