martedì, dicembre 11, 2007

Amarcord

Riguardare Labyrinth una domenica sera di Dicembre al calduccio sotto una copertina è stata sicuramente una buona idea. IL dover sfidare il freddo e la nebbia per poter tornare a casa un pò meno e credo rimarrò sotto shock a vita (non ci si abitua mai a certe torture tipo il parabreeze da sbrinare, la macchina gelata e neanche una canzone da cantare). Insomma Labyrinth rimane una delle pietre miliari degli anni '80 nell'immaginario di ogni ragazzo che a quell'età si fidava a guardarlo con occhio aperto e uno chiuso. A me ha sempre inquietato molto: i desideri più terribili che si avverano, gli gnomi, le creaturine schifose e poi il duca bianco con la pupilla dilatata che portava con sè sempre un certo fascino dell'oscuro. Adesso il fascino lo mantiene, ma non è di certo oscuro; tant'è che rivedendo la scena del ballo si capisce benissimo che Jennifer Connelly era molto attratta da lui e Bowie approfitta della sua debolezza per tentarla. E' bello vedere quanto uno diventi malato crescendo. E' bello anche vedere che posso guardare Labyrinth senza avere paura durante la notte, forse sono pronta per Eraserhead da sola di notte in una chiesa sconsacrata.
Film, film film. Allora per il ciclo "quei meravigliosi anni '50" ieri mi sono guardata Rapina a mano armata, che sicuramente con Vertigo staziona tra i miei preferiti del decennio. Per chi non lo sapesse Kubrik in questo film sperimenta una struttura narrativa che farà la fortuna di Tarantino prima nelle Iene e poi in Pulp Fiction: la stessa situazione vista da molteplici punti di vista, una struttura diegetica non lineare, con diversi e continui salti indietro e in avanti nel tempo, piuttosto che la classica consequenzialità temporale del racconto (l' ho riportato da wiki che mi piaceva troppo la parola diegetica). Aggiungo solo per il dovere di cronaca che siamo nel 1956, Kubrik ha 28 anni e questo è il suo terzo lungometraggio.
Per il ciclo "lacrime di tardo pomeriggio", ciclo nato per puro caso dopo aver infilato nel giro di un mese una serie infinita di film strappalacrime di sabato come pre-aperitivo, citiamo Cuori in Atlantide, stroncato dal mio dizionario del cinema (a parer mio a volte un pò troppo cinico) ma abbastanza piagnone per far parte della rassegna.
Parlando di dizionari devo dire che "Qualcuno" (che per darvi un'idea su chi possa essere vi dico che una mia amica afferma sia la giusta via di mezzo tra lui e lui, anche se la sorella della suddetta amica sostiene che sia uguale a lui, ma secondo me è la giusta via di mezzo tra lui, lui e lui) si è preso pena del mio vecchio Morandini del 2002 e mi ha fatto un regalo preNatalizio coi fiocchi. Del tipo che lo desideravo talmente tanto che nonappena ho scartato un angolo della carta sapevo già cosa ci fosse dentro. Cosa c'è di più incredibile di ricevere la cosa che desideri di più quindici giorni prima di Natale?

7 commenti:

Marco ha detto...

Ma 'sto tipello è meglio di Tom Ford!
;)

Anonimo ha detto...

Fra le pietre miliari '5o io aggiungerei "La finestra sul cortile" (Rear Window). Concordi?

Stefano ha detto...

Tra i film che ricordo anni '80 c'e' questo:


Un giovane scienziato.
Un esperimento ai limiti della realtà.
Gli inquietanti risultati...

STATI DI ALLUCINAZIONE
(Alterated States)


Drammatico (Usa 1980)
Col. 102'


Regia Ken Russell
Soggetto Paddy Chayefsky

Personaggi e Interpreti
(Eddie Jessup) William Hurt, (Emily Jessup) Blair Brown, (Arthur Rosenberg) Bob Balaban, (Mason Parrish) Charles Haid, (Eccheverria) Thaao Penghilis, (Primal Man) Miguel Godreau, Drew Barrymore

Eddie fa lo scienziato. È giovane. Ambizioso. Non si limita agli studi di routine. Vuole di più. Desidera andare oltre. Abbattere le barriere spazio - temporali della mente umana. Spingersi dove l'uomo non è mai arrivato finora.
Per questo decide di dedicare i suoi sforzi allo studio sulle origini della vita e dell'universo. Alla base delle sue ricerche c'è proprio la mente. La psiche ed i suoi labirinti oscuri.
Con l'appoggio di due colleghi, Eddie esamina alcuni test. Misteriose prove effettuate da alcuni studenti su loro stessi. Dei ragazzi e la sfida cosciente al proprio io. Si sono immersi da soli e nel buio totale, in una vasca piena d'acqua salata. Fino al punto di perdere conoscienza. E di cominciare una sorta di regressione atavica. La loro speranza, ma soprattutto quella di chi deve studiarli, è scivolare ai primordi della vita umana. Un pericoloso viaggio a ritroso, nella notte dei tempi e delle coscienze dell'uomo...

Il film è tratto da un romanzo di Paddy Chayefesky. Iniziato con la regia del famoso Arthur Penn ed in seguito concluso da Kenn Russell. L'autore del romanzo, come spesso accade, non contento degli esisti finali, ha preferito firmare con lo pseudonimo di Sidney Aaron. Ma è stato comunque un grande successo di pubblico.
Questa pellicola segna l'esordio cinematografico di William Hurt. Il film è diventato celebre soprattutto per il particolare utilizzo degli effetti speciali e per il make-up. Famosa la scena nella quale il protagonista si trasforma in una massa di carne deforme ed inquietante.

Ricordo che ando' a ruba anche il romanzo,fu un gran successo.

Giulia K. (aka MeiMei) ha detto...

Marco: non esagerare che poi si ammala anche lui di delirio di onnipotenza.
Alfredo: concordo. A me Hitchcock piace tutto.
Stefano: il fatto di non aver visto neanche un film di Russell svela la mia tenera età (pensa che non ho mai visto interamente Tommy)!

Anonimo ha detto...

ciao giulia che ne dici di una cena a base di carni internazionali giovedi' a moleto ? c'e' anche un concertino di jazz a seguire... siamo una decina, ci sono anche i due robertini ed altri monsters...call me. Gas

Giuseppe Gatto ha detto...

blog spettacolare! trovato per caso (adoro Palahniuk, sarà anche questo un caso?!?). Me lo salvo e torno a leggerlo con calma (ora scappo che ho un grave calo di glucidi!)...

Marco ha detto...

Cacchio, vinci anche solanto per la fotografia!