sabato, giugno 28, 2008

Italian Psycho

No, non sono sparita. E neppure morta. Sono soltanto un pò indaffarata. Un pò di fretta. Vorrei parlarvi di tante cose che mi sono successe. Dell'estate, dei colloqui, del lavoro, del mio ritorno sulla scena Milanese, di una nuova casa, di una foto virata sull'azzurro, del tempo che passa, delle sere di giugno con l'erba appiccicata alle gambe, del fatto che bastino 20 minuti per capire che una persona è aggressiva, del fatto che basti rifiutare due caffè per capire che una persona è rigida. E molto altro ancora. Ma è successo tutto così di fretta che forse neanche io me ne rendo bene conto. Pazientate ancora un pò. La meimei non vi deluderà. Deve solo imparare a giocare a fare la consulente. Continuando a vivere.
Un abbraccio.

lunedì, giugno 16, 2008

Qui scatta il contest!

Per la serie la Meimei sempre al passo coi tempi, oggi parliamo del mio nuovo cellulare. Pur essendo, da bravo ingegnere, una fan della tecnologia in generale non ho mai fatto troppo caso al cellulare: primo perchè la complessità del mezzo va a pari passo con la sua possibilità di rompersi in ogni istante, secondo perchè alla fine tutta sta evoluzione tecnologica nella telefonia mobile io non la riesco ad apprezzare (tanto per capirci io non uso neanche il T9. nn ne ho mai capito il senso e ogni volta che qualcuno millanta i mille vantaggi del T9 penso sempre a quegli ingegneri che sostengono ceh usare linx è più comodo. Certo alla fine lo è, senza però contare gli anni che ci metti per impararlo ad usare). Ma comunque. La meimei tecnologica può oggi dirsi provvista di mezzo multimediale. Posso fare delle foto,passare i file col bluetooth, leggere gli MMs etcetc. Insomma tutte quelle cose che voi fate da anni. Ma i problemi sono dietro l'angolo. In poche parole non so che suoneria mettere.Dopo anni di KillBIll ho deciso di cambiare....ma con cosa? E qui scatta il contest. Amici vicini e lontani,voi che passate ore a scaricare rane pazze che ruttano, gattini morenti, canzoni terribili e fastidiose, votatevotatevotate.
Al più fortunato regalerò lo screensaver ispirato all'header del Mattatoio. La Meimei ha messo come screensaver del cellulare se stessa. ...e poi lo chiamano disturbo narcisistico....

martedì, giugno 10, 2008

Stay hungry, Stay foolish pt.I

Quello che vi riporto nella sua prima parte è il discorso che Steve Jobs ha tenuto a Stanford qualche tempo fa per l 'inaugurazione dell'anno accademico. La seconda e la terza parte, non meno belle ed emozionanti, non le riporto solo per meri motivi di spazio.

"Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.La prima storia è sull'unire i puntini.Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato?E' cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all'ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d'attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: "C'è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?" Loro risposero: "Certamente". Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l'adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l'ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all'epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell'attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti.Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l'unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.Il Reed College all'epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E' stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro.Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa - il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita."

mercoledì, giugno 04, 2008

Someone to drive you home (ovvero Morgan idolo delle masse)

Fattosta che non smette di piovere. Maggio, modestamente il mio mese preferito, e Giugno, il mio secondo mese preferito da utilizzare nel caso Maggio facesse schifo al cazzo (concedetemi questo francesismo), stanno deludendo ogni aspettativa di dolce tepore sulla pelle ancora chiara, pic nic nei prati e bevute notturne in esterna. CHe poi non mi lamento. Oggi ho preso qualsiasi mezzo di trasporto per riuscire a tornare da Milano causa caduta di linea aerea (io ho immaginato un intera linea aerea in caduta sui fili del treno o dei binari di primo acchito, poi mi sono detta che era troppo catastrofico e che forse sono i fili del treno a chiamarsi linea aerea). Insomma poi tornoa casa, mi doccio e scopro di avere nell ipod un album che non ricordavo, metto una birra in frigo e tutto il mondo va a sistemarsi, a seguire il suo implacabile lento movimento rotatorio che tanto ci piace. Non riesco a stare dietro alla musica che ascolto, vedi alla voce The long blondes che mi stanno facendo ballare sul posto dall'inizio della battitura del post. La maggior parte delle volte gli album cadono nel dimenticatoio degli album (cioè la cartella globale di iTunes, un pò il Pere Lachaise della musica ascoltata) nell amigliore delle ipotesi, nella peggiore si perdono in cartelle del tipo nuovi album(1), copia di nuovi album, nuovinuovi, nuovi. Insomma un casino. E finisco sempre per ascoltare Califano. Non so come abbia fatto a venirmi in mente ma adesso che c'è lo tengo.
Che poi tutte le donne in quell'età fragile che sono i 30 (+/- 5) si sono innamorate di Morgan di nuovo in qeusta fredda primavera grazie a quel popò di trasmissione che non ho mai visto se non in brevi passaggi. Di nuovo perchè chiaramente le sopracitate donne in età da marito, quando i Bluvertigo sono nati erano in età da ormone impazzito e cos ameglio di Morgan poteva accendere il loro appetito pseudofilosofico impegnato. Va bene, parlo per me. Insomma a me Morgan è sempre piaciuto. Nel suo disturbo narcisistico-istrionico della personalità. Nel suo totale egocentrismo. Nel suo pessimo gusto in fatto di vestiti/trucchi/parrucchi. Nel suo tentativo disperato di stare dietro a quell' Altra messa bene. Il mio destino e quello di Morgan si intrecciarono diverse volte nel passato, non soltanto nella tipica versione palco-spettatrice, ma in diversi e del tutto casuali incontri diretti. (una volta addirittura gli chiesi se dovendo rinunciare a qualcuno, avrebbe scelto Nietszche o Platone. Insomma robe di un certo livello. Non ridete dai, avevo 15 anni in quell'occasione). Comunque l'ultima intervista rilasciata alla Bibbia, ci svela un Marco Castoldi distrutto. Lui, che sognava di farsi una famiglia d'altri tempi, che si è trovato una Yoko Ono dei poveri (che tralaltro pare sia stata la causa dello scioglimento dei Bluvertigo), che vede poco l'adorata figlioletta, lui che riceveva false promesse d'amore rotte dall'arrivo di messaggi spinti arrivati per sbaglio a lui ma diretti ad altri destinatari. Un uomo a pezzi. Un uomo solo. Senza speranza. Morgan se hai bisogno, chiama. Ci sono una schiera di donne pronte a cucinarti un pasto caldo e a rimboccarti le coperte. Prometto, stavolta niente domande su Platone.

martedì, giugno 03, 2008

L'occasione fa l'uomo ladro


Per la serie i casi della vita oggi proponiamo l'occasione fa l'uomo ladro. Nei giorni scorsi mi chiama una cara amica, sempre in preda ad elocubrazioni mentali, e mi racconta tutta concitata di come per puro caso il fidanzato avesse dimenticato il suo cellurare nella di lei borsetta. Quale occasione migliore per poter soddisfare il terribile desiderio di andare a scavare nel privato del suo compagno? Cioè non tanto un agenda, un libro, un portafogli, che già potrebbero estremamente soddisfare il più intimo desiderio di ficcanasare nella vita e nel passato altrui, ma il cellulare, quell'aggeggio infernale da cui non si distacca mai, quella diavoleria che non smette mai di suonare, notte e giorno, quell'affarino che sembra poterci svelare i più temibili segreti. Insomma lei che fa? Pur sapendo di restare impunita, lo spegne. Perchè se ci pensate bene, fidarsi di qualcun altro fa del bene a noi stessi più che all'interessato. Questo le ho detto ieri quando in preda ad una crisi da ricerca di approvazione tentava di flagellarsi per l'occasione perduta. Fidarsi, e con fidarsi non dico di diventare ciechi e sordi, ci rende migliori. E ci evita anche un sacco di dolori inutili. Con questo non sarò mai della politica "è meglio non sapere". E' giusto sapere, ma sapere solo ciò che ci rigurda direttamente.
E a questo punto vi giro la questione? Voi cosa avreste fatto? O ancora meglio cosa avete fatto in situazioni analoghe, vecchi gelosoni che non siete altro?