martedì, marzo 11, 2008

Please don't wake me, no, don't shake me, Leave me where I am...I'm only sleeping

[..]"Anche Napoleone dormiva pochissimo. E anche Edison. Vedrai che molti personaggi erano così. Pare che Edison disprezzasse il sonno: e a buon diritto, secondo me. Anch'io lo disprezzo. E disprezzo me stesso, perchè ne ho bisogno." Si accostò a Terry e gli confidò: "Lo sai che sono sceso a quattro ore?".

"Quattro ore?"

"Quattro ore per notte. Ho mantenuto la media per tutta la settimana scorsa."

"Ma non ti fa bene. Sfido eh hai quest'aria stanca."
"Frega niente. Il mio obiettivo è tre ore e ci sto arrivando. Per alcuni di noi è un combattimento, lo capisci no? Non tutti abbiamo il tuo dono. Per questo ti invidio tanto. Per questo ho deciso di scoprire il tuo segreto."
Terry sorbì una modesta sorsata dal suo bicchiere: "Ma perchè disprezzarlo poi? Non capisco."

" Te lo dico io il perchè: perchè chi dorme è indifeso; è senz apotere. Il sonno lascia anche gli individui più forti alla mercè dei più deboli e dei più imbelli. T'immagini cosa dev'essere, per una donna dell atempra di Mrs. Tatcher, per una donna della sua statura morale, essere obbligata ad accasciarsi quotidianamente in quella postura di sottomissione abietta? Col cervello disabilitato. Con i muscoli flaccidi. Inerti. Dev'essere insopportabile."

" Non ci avevo mai pensato prima d'ora", disse Terry. " Il sonno come grande livellatore."

"Esattamente. E' esattamente questo : il grande livellatore. Come il socialismo di merda!".
Jonathan Coe, La casa del sonno.


Questo dialogo è fiction. Pura finzione narrativa nata dalla mente dello scrittore. La reazione che segue la lettura di questo stralcio di romanzo è proprio pensare questa è non realtà. Le persone dormono perchè sono nate per dormire. Per scegliarsi. Per riaddormentarsi. Giorno dopo giorno dopo giorno. E invece alla sottorscritta questo dialogo ha ricordato un altro dialogo. Che non è più fiction. Ma è realtà. Ero appena arrivata a Boston e avevo iniziato a seguire uno studio sulla deprivazione di sonno. Ricordate? Persone chiuse per giorni e giorni dentro una stanza senza finestre che vengono tenute sveglie? Bene. Dicevo ero appena arrivata a Boston, ero a una esposizione , fuori, a fumare con altre persone. Fino a che viene fuori cosa stavo facendo (tipico dialogo bostoniano: di che università sei? di cosa ti occupi?) e una ragazza mi dice: puoi aspettare qui che ti presento un mio amico. Lui arriva. Credo studiasse arte o qualcosa di simile. Di sicuro neinte di scientifico. MI dice che è molto interessato al sonno. Mi si presenta come persona che purtroppo ha bisogno di dieci ore di sonno per sentirsi riposato e che fino apochi mesi prima tutto andava bene. Poi si era reso conto quanto tempo stava perdendo mentre dormiva. Tutti i suoi amici dormivano molto meno e producevano molto di più. Allora ha iniziato a leggere manuali sulla deprivazione di sonno, seguire delle procedure che gli eprmettessero di ridurre piano piano il suo fabbisogno di sonno e via discorrendo. Mi chiede se lo posso aiutare. Io gli rispondo che l'unico aiuto che gli posso dare è quello di assecondare il suo corpo. Dormire più di 7-8 ore può essere dannoso, così come ridurre drasticamente le ore di sonno. Così dicono i medici. Ora non chiedetemi cosa spinga una persona a decidere di privarsi di qualcosa, non è poi così assurdo se ci pensate. Le privazioni avvengono, nelle forme più disparate, con conseguenze più o meno irrimediabili. Il sonno o il cibo sono di certo le forme più ecclatanti di questo masochismo dilagante, ma in piccola parte ci possiamo privare quotidianamente e volontariamente di un sacco di cose come sorridere, essere sereni, cogliere le piccole cose che ci vengono date. E invece le rifiutiamo in nome di non so quale principio superiore. Il sonno come grande livellatore. Dormire è l'unico momento in cui posso perdere il controllo delle cose. L'occasione per poter perdere il controllo delle cose. Un rifugio in cui ripararsi da una realtà che non ci riconosce. Un posto in cui riuscire ad ascoltare se stessi. Imparare ad apprezzarlo è stato un traguardo non indifferente. Perdere il controllo. E' semrpe tutta una questione di controllo. Di cosa, poi, chissà.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Io apprezzo sempre il sonno..soprattutto quando sono stanchissima e appena metto le chiappette nel letto, ho gia' la bolla al naso..pura goduria!! Pero' non sempre e' un rifugio: se passi la giornata a gabulare/sagrinare su qualcosa, stai sicura che quel pensiero ti tormentera' anche nel sogno!

Anonimo ha detto...

gabulare sagrinare, oddio, che lingua è?! e io...che ignorante sono? io ADORO dormire, dormo anche quando non ho sonno. a volte dormo anche quando sono sveglia. ma questo è un altro discorso.

Almostviola ha detto...

L'altro giorno guardavo una puntata di "Alias" e hanno nominato la meditazione autocircadiana ( "tutti i benefici del sonno in pochissimo tempo")...facendo un giro su internet ho capito che si tratta di una pura invenzione degli sceneggiatori, ma il clamore suscitato è dovuto al vasto interesse che l'argomento ha o avrebbe se solo fosse vero..
Niente, anch'io avevo sperato, ma mi tocca dormire almeno 8 ore come milioni di mortali...anche per evitare quelle brutte occhiaie blu al mattino.

Stefano ha detto...

Visto che si parla di sonno....
ma come si genera?
Solo questione di endorfine?
perche' vengono prodotte o autoprodotte?
Perche' siamo programmati dai geni per dormire?

Perche'?

Quanti sono i perche'?......

Anonimo ha detto...

x silvia: e' dialetto piemontese...mi sono concessa queste licenze poetiche..cmq gabulare: pensare fino allo sfinimento; sagrinare: piagnucolare/disperarsi/piangersi addosso. Entrambi hanno cmq un significato negativo!

Rosalinda ha detto...

Sono capitata in questa pagina per caso e non posso fare a meno di postare un commento.
Mi scuso fin da ora per la lunghezza del post.
Per rispondere alle domande che si fa Stefano: molti anni fa ho letto un libro dal titolo “L’istinto del sonno”, purtroppo temo di averlo perduto per cui non so citarne l’autore. Quel libro mi ha talmente colpito al punto che ne ho adottato la tesi e le argomentazioni. Il testo parlava naturalmente di sonno, del motivo per cui tutti gli animali dotati di cervello (uomini compresi) dormono. Un attimo che arrivo al punto.
Lo scopo della vita è, alla fine, solo quello di rendere possibile la continuazione della stessa. L’unico istinto che muove gli esseri viventi, dalla cellula all’uomo, è quello della preservazione, intesa come sopravvivenza dell’individuo ma anche della specie. Tale compito, almeno per quanto riguarda la categoria di cui parlavo prima, animali dotati di cervello, implica la ricerca del cibo e di un compagno per l’accoppiamento e, naturalmente, la difesa di se stessi e della propria prole. Il tempo restante una volta svolti questi compiti essenziali è solo tempo inutile, anzi, dannoso, poiché l’animale potrebbe essere ucciso dai predatori. Ecco quindi che arriva il sonno, l’istinto del sonno. Tale istinto spinge a cercarsi un posto sicuro, nascosto e comodo, dove rintanarsi per trascorrere tutto il tempo non impiegato a nutrirsi e procreare, a trascorrerlo quindi dormendo.
Visto il sonno in quest’ottica una considerazione potrebbe essere quella che negli esseri umani questo istinto è ormai inutile, anzi controproducente, vista la gran mole di cose che abbiamo da fare. Ma poche migliaia di anni di civiltà cosa sono confrontate ai milioni passati da quando si è evoluta la vita? Sebbene inutile l’istinto del sonno rimane. Chissà, forse un giorno gli uomini non avranno più questa spinta a dormire, forse un giorno, chissà.
(Parlando di uomini senza più l’istinto del sonno cito i titoli di altri tre libri, di fantascienza questa volta. E’ una trilogia della scrittrice Nancy Kress, i libri sono “Mendicanti di Spagna” - “Mendicanti e superuomini” – “La rivincita dei menticanti”)