Immaginate una manifestazione procannabis. Immaginate che questa manifestazione si svolga in un posto fuori dal mondo senza nessun tipo di richiamo nè visibilità.Immaginate un sabato pomeriggio piovoso di primavera. Immaginate un paese di 1700 anime barricato in casa per un intero pomeriggio. Immaginate mia nonna che nasconde meglio la pensione che i drogati se no la trovano. Immaginate decine di camionette della polizia per contrastare una ventina di partecipanti. Dedicato a chi si vuole togliere lo sfizio di vedere il posto (posso dire di merda o qualcuno si offende) in cui sono nata.
giovedì, agosto 30, 2007
Lomellina forever
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18 commenti:
Una domanda...ma come ti è venuto in mente di cercare 'sta roba???
secondo me la domanda è: ma a sti tipi com'è venuto in mente di fare un corteo a candia, proprio a candia????!!?????
Come si usa gugolizzare il proprio nome, si usa anceh gugolizzare il paese in cui si vive...ok trovo qualsiasi cosa da fare purchè non sia studiare...
Smb: perchè credo all'epoca i carabinieri avessero fatto una retata a casa di un tizio che coltivava dell'erba in casa.
fai tanto la principessina del c.... e poi vieni da un paese di punkabestia....mah...ecco perche' ti piaceva il middle east, ti ricordava casa!!!
Ciao Giulia, finalmente vedo Candia! Ma dal filmato si intravede per caso anche casa tua?
P.S. Dimmi la verità, tu eri una di quelli che suonavano i bonghi, vero?
Gianlu: io non faccio la principessina del cazzo. Io sono una principessina del cazzo. Beh da google earth non li avevi visti i punkabbetsia?
Niky: vedo che sai la mia passione per i bonghi. No casa mia era fuori dal percorso prestabilito. Dannazione!!
mi rifaccio ad un tuo post sull'audiocassetta.
sto diventando un maniaco di blog, ne sto trovando di meravigliosi ed ho trovato in questo http://123via.blogspot.com/
un post sulla "cassetina" meraviglioso, che mi ha fatto tornare in mente la mia meglio gioventu'.
ve lo ripropongo interamente:
Vi segnalo un bell' articolo da www.kalporz.com sulle mitiche cassettine....
-Le audiocassette stanno andando in pensione, ma mai come ora se ne scopre il fascino. Un personale excursus delle meraviglie (e delle bestemmie) che la "cassettina" ha regalato ai suoi feticisti.
“Non ti ha masterizzato un cd… ti ha fatto una cassetta!”. Nel 2007 questa frase la pronuncia Lee in “Grindhouse – Death Proof” di Tarantino: segni dei tempi. Eh sì, le news danno che a Londra la tanta beneamata “cassettina” è andata in pensione. Currys, la più grande catena di elettronica, ne ha sospeso la vendita. Se non riesci a trovarla in giro da comprare, beh, il passo da lì alla sparizione come i velociraptor è breve.
Per chi come me non aveva il piatto dei dischi ma solo la piastra è la fine di un’era, di una vecchia neanche troppo velata battaglia con i feticisti dei vinili con la loro supposta supremazia dei dischi a livello di qualità nella riproduzione sonora. Una fine a cui, personalmente, non mi voglio abituare: faccio ancora le interviste con un walkman a cassette. E’ un modo di pensare analogico, ora più che mai retrò, che potrebbe essere quasi scambiato per snobismo: in realtà è più che mai nostalgia canaglia.
La musicassetta, ci dicono le cronache, nasce nel 1963 per merito della Philips, azienda che evidentemente è sempre stata all’avanguardia nella ricerca e sviluppo (anche il cd si deve alla Philips, merito però da dividere con la Sony). Il vero boom lo ebbe con la creazione appunto del walkman nel 1979, per cui le sue ridotte dimensioni e la sua portabilità contribuirono a farla amare da tutti quelli che volevano portarsi la musica in giro, antesignani dell’I-Pod. Ma non solo per questo le cassette hanno spopolato, io credo perché hanno contributo a creare una vera e propria forma mentis musicale. Per tante ragioni.
Primo: la possibilità di fare le compilation. Rob non avrebbe potuto fare nessun nastro per la sua Laura e “Alta Fedeltà” non sarebbe mai esistito. E se le storie d’amore grazie alle cassette nascevano poi davvero anche nella realtà, la novità era proprio quella di diventare padrone della propria identità musicale, facendosi una compilation, anche solo per se stesso, si metteva nero su bianco quello che si ascoltava e quindi si era. Tutti discorsi che valgono ancor oggi per i cd, o meglio fino a ieri visto che adesso bisogna già parlare di playlist virtuali su supporti mobili come l’I-Pod, ma correlati a quegli anni assumevano una forza propulsiva stratosferica confrontati con i dischi, che questa possibilità non la davano. L’ immutabilità del vinile aumentava il fascino dell’immaginario musicale, con quelle copertine enormi in cui ci potevi navigare dentro con il pensiero, e ha contribuito forse a rendere immortali certi album del rock dei Sessanta e Settanta proprio per questa sorta di essere un “supporto granitico”, però – è da dire! – il vinile non era cosa accessibile a tutti. Certo a chi se lo poteva comprare.
Con le cassette già a scuola c’era il tuo giro di amici tra cui ci si registrava gli album, lo comprava uno e – voilà – la magia della duplicazione era possibile come novelli Silvan. E a pensarci bene quel giro di amici appassionati era un minuscolo, ristretto, esclusivo antenato di un server di Napster. Ecco quindi un secondo importantissimo motivo per dare alla cassettina ciò che è della cassettina: il nastro come momento di “libertà”, alla facciazza, è brutto da dire ma era così, dei diritti d’autore. Era ed è illegale, ma tollerato in quanto non era di certo una pirateria su larga scala: se nessuno dei tuoi amici ne voleva sapere di comprarsi “The Real Thing” dei Faith No More e registratelo restava solo l’opzione acquisto.
Con il nastro (registrato) c’ero lo spazio anche per sbizzarrirsi con l’artwork, e si diventava come minuziosi certosini scribacchini per personalizzare le fascette e poter riconoscere al volo gli artisti. E poi: le cassette di qualità si sentivano bene. Poche storie. E’ chiaro che se compravi le HF della Sony ti portavi nelle orecchie tanto di quel fruscio che neanche tutti i Dolby B o C di questo mondo potevano aiutarti, però se si sceglievano cassette di qualità – mi vengono in mente le AR della TDK – c’era una grande resa. E poi se amavi le frequenze alte bastava declinare su quelle al Cromo: poca resa sulla corposità e sui bassi, ma che limpidezza di suono!
A volte il nastro si rompeva, bisogna ammetterlo. Ed erano cazzi. Si rimediava con dello scotch che teneva finché teneva però il danno era fatto e la canzone sarebbe stata monca a tal punto che se la ascoltavi per bel po’ così non riuscivi più ad immaginarla completa.Altro dubbio amletico: l’abbinamento nelle C90. A quel tempo gli album duravano quasi tutti meno di 45 minuti (e forse era davvero buona cosa) e quindi in una C90 ce ne stavano – perfetti - due, uno nel lato A e uno in quello B. Se facevi una cassetta con “Outlandos D’Amour” e “Reggatta De Blanc” non c’erano problemi, quel nastro anzi assumeva uno charme da summa della discografia dei Police che era impagabile. Però se in quel momento il tuo amico poteva registrarti solo gli Iron Maiden su di un lato e gli Housemartins nell’altro (è successo!), ecco che la cassettina diventava un oggetto perverso, bieco, che lanciava segnali contraddittori e musicalmente confusi. Rimaneva all’ascoltatore dipanare quei dubbi.Oggi anche sul Web si celebra la musicassetta. Basti pensare a siti come Tiny Mix Tapes che ti consiglia compilation con un lato A e un lato B. Mentalità retrograda, ormai siamo più lineari, duecentocinquanta canzoni contenute in comoda funzione random in un aggeggino più piccolo di un pacchetto di chewing-gum. A me piace andare avanti, per fortuna che ci si va. Però, ed è un dato innegabile, la cassettina manterrà sempre un fascino un po’ punk anarchico da ciclostile. Il fascino dell’autonomia musicale, e non è proprio poco.-
Nei prox giorni, se ne avro' voglia, magari vi forniro' qualche cassetta, proprio per il fascino dell' AUTONOMIA MUSICALE !!!
sarà pure un paesello sperduto nella nebbia lomellina ma almeno c'è testimonianza dell'esistenza di candia in you tube. settimane fa ho cercato giussano e..niente di niente. neanche immagini dal mercatino degli hobbisti. ma dove viviamo???
paul weller, scusa, ma perchè non apri un tuo blog, invece di impestare quello altrui con commenti che non c'entrano una beata mazza? per dio...
tutti a lomellina a fasse le canne ma i bonghi per favore no
"gugolizzare"
che termine e'? e' la prima volta che lo sento:-)
?
Anonimo: paul weller può fare quello che gli apre sul mio blog. Anzi lo ringrazio per il post riportato (scriverò presto qualcosa sulle cassette...).
Paul Weller: mi manchi.
Stefano: è una storpiatura di googolizare, ossia cercare su google. Scusami la licenza poetica.
Giulia:grazie
Le cassette:
Non riesco a capire i nostalgici delle cassette,e del vinile,(da qualche parte ho sentito che qlc rimpiange il fruscio...)c'e' sempre questa voglia del passato,poi neanche tanto lontana,io continuo a preferire le cose moderne.
Stefano, non si tratta di "rimpiangere", perchè i vinili continuano ad essere stampati e non vanno certo incontro a qualche crisi tecnologica. La musica digitale con quella che può essere considerata analogica semplicemente non centra nulla. Sono due punti di partenza diametralmente opposti che portano apparentemente allo stesso risultato, e cioè quello di sentire la musica. Ma chi ti dice che ama quello che per te è un fastidioso fruscio, in realtà non ama soltanto la musica, ma ama tutto ciò che sta dietro ad un "cerchio nero vinilico "...ne ama la sensazione tattile...ne ama il fatto che non può mettere sul giradischi un vinile e poi dimenticarselo e lasciare che giri per ore una volta finito il lato. Chi ascolta un vinile, ascolta con attenzione la musica impressa sopra, non la lascia in sottofondo come con una banale playlist di I-Tunes che prevede 347 canzoni che non centrano un cazzo l'una con l'altra.
Quel fruscio iniziale dei vinili è lo scoppiettare della miccia prima che si inneschi la bomba...
Ciao Marco,
mi fa piacere la risposta cosi articolata,e precisa nei dettagli...
Io prima che uscisse il primo lettore in cd e ti parlo del periodo primi anni 80,avevo centinaia di dischi in vinile,e non puoi capire dal punto di vista pratico la rottura di questi,sia nella gestione del disco,pulizia del disco,della testina,poi se li lasciavi sotto il calore si piegavano e diventavano ondulati e poi i famosi graffi,e li erano dolori e non c'erano santi che tenevano,con il risultato che la testina ballava,ovviamente soldi buttati,ed infine e non di poco conto la capacita' che avevano i long-playing di occupare grandi spazi.
Avendo vissuto in prima persona il passaggio da vinile a cd,non puoi capire la sensazione di avere in mano il nuovo supporto digitale,per non parlare ora ma gia' "antichi" mp3.
Ovviamente sono punti di vista diversi,a ciascuno il suo.
A risentirci.
grazie giulia mi manchi anche tu. a dire il vero adesso mi sento un po' inibito nel lasciare commenti visto la rabbia con cui anonymous si e' scagliato contro di me, scomodando addirittura dio, cazzarola, se l'articolo che ho citato e' tuo lo puoi dire tranquillamente...
comunque, voglio spendere un paio di parole anche io per il vinile, visto che ne ho alcune centinaia: il fruscio era indice di gradimento della canzone, piu' la sentivi, piu' la consumavi, piu' produceva fruscio; le copertine dei vinili erano spettacolari: dalle apribili, alle lucide, alle matte, con zip (sticky fingers degli Stones), o con aperture sulle copertine interne (Physical Graffiti dei Led Zeppelin). che belle. anche se devo dire che non disprezzo affatto la tecnologia, adesso ti puoi portare tutta la musica che vuoi dovunque ed in un palmo di mano e fare le playlist che vuoi in pochi minuti. l'unica cosa che mi manca veramente e' passare le ore nel mio negozio di dischi di fiducia ad ascoltare il disco che valeva veramente la pena di comprare.
comunque le cassette facevano cagare.
ps
ero convinto che avessi scritto un post sulle cassette invece ne avevamo solo parlato ed il post era su rhianna.
ciao, a proposito di googolizzare io vedo di tanto in tanto chi ha linkato i miei video su youtube... ed ecco qui una candiese esule (ma non ho capito quanto) dal suo ridente borgo natio. capisco invece quello che provi, io sono esule convinto e recidivo dalla mia fottutissima mortara... ma perchè tediarti on line, un giorno potrei raccontarti la storia dei bonghisti punkabbestia di candia davanti a una bella birretta dal buzio, magari sfogliando la provincia pavese.
;P
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